Ucraina e Paesi confinanti: analisi dei rischi

In queste ultime ore sono state molte le novità non certo positive che arrivano dalle zone del
conflitto:

  1. Nella giornata di ieri, il Ministro degli Affari Esteri russo ha accusato i paesi occidentali di
    partecipare in un conflitto aperto contro la Russia, dichiarando: La Nato, in sostanza, è
    impegnata in una guerra con la Russia per procura, armando tale entità [le forze ucraine].
    Guerra significa guerra”.
    Si è trattato di una risposta alle dichiarazioni di James Heappey, Ministro del parlamento
    inglese, il quale ha affermato che le forze ucraine sono “completamente legittimate” a
    colpire le linee logistiche russe all’interno del territorio della Federazione Russa anche con
    armi inglesi. Atteso quanto sopra, il portavoce del Ministro Lavrov ha dichiarato che è lecito
    aspettarsi una risposta Russa con attacco ai Paesi Nato.
  2. La sospensione della fornitura di gas alla Polonia e alla Romania, che si sono rifiutate di
    pagare in rubli, è diventata operativa dalle 08.00 di questa mattina e rappresenta una grave
    forma di escalation. Il prezzo del gas in Europa, cresciuto del 17% in poco meno di due ore
    dall’annuncio.
    Nonostante Polonia e Bulgaria abbiano riferito di poter far fronte all’interruzione delle
    forniture con fonti alternative, lo stesso potrebbe non essere vero per altri paesi europei che si sono rifiutati di pagare in rubli, tra cui Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi e Regno Unito.
    Gazprom, compagnia energetica russa, ha dichiarato che: in caso di ritiro non autorizzato di gas russo [da parte di Polonia e Bulgaria] dai volumi di transito verso paesi terzi, le forniture per il transito a questi paesi verranno ridotti della stessa misura“.
    Si tratta di una pressione molto forte sui due principali Paesi di transito degli armamenti e
    dei rifornimenti logistici verso l’Ucraina. Il passo successivo è una analoga azione sui Paesi fornitori.
  3. La tensione nella Transnistria, la regione filorussa situata al confine tra la Moldavia e
    l’Ucraina, nell’est della Moldavia, è improvvisamente salita dopo le dichiarazioni dell’alto
    comando russo, che ha affermato di voler ottenere un “completo controllo” sul sudest
    dell’Ucraina, situazione che permetterebbe alle forze russe in Crimea di ottenere diretto
    accesso alla regione filorussa. Da tre giorni le installazioni militari russe sono attaccate con lancio di razzi e bombe.

Di quali rischi parliamo?

Il rischio di una escalation è concreto, sia dal punto di vista militare che da quello legato a attentati terroristici o cyberattacchi.

Quindi cosa dobbiamo fare?


Sebbene ci siano al momento indicazioni tali da ritenere che eventuali trasferte nei paesi confinanti rappresentino un livello di rischio tale da essere sconsigliate; né indicazioni nel senso sono state fornite dalla nostra rete diplomatica; a questo punto devono necessariamente essere predisposte alcune misure.

In primo luogo, è bene valutare esattamente in quale regione dei paesi confinanti si sta recando il
nostro personale, quanto dista dal confine se essa è interessata al flusso di profughi in uscita alla
presenza di contingenti nato oppure al flusso di armi in entrata. Valgono in questo caso le generali regole delle trasferte all’estero che suggeriscono di tenersi lontano da installazioni, strutture e colonne militari.

Il personale deve quindi essere informato sulla situazione e invitato a seguirla attraverso i media
locali. Qualora si tratti di più persone in installazioni o cantieri di lunga durata, può essere utile
prevedere una rete di allarme interna in maniera tale che ciascun componente ne debba avvisare
altri tre e via così facendo, in modo da poter raggiungere tutti nel più breve tempo possibile.
Devono inoltre essere predisposte e studiate delle misure per poter lasciare rapidamente il paese,
anche eventualmente in auto, in una situazione che potrebbe vedere la chiusura degli aeroporti. Le vetture devono avere sempre il pieno di benzina, deve essere studiato preventivamente un
itinerario di evacuazione e il personale deve essere pronto ad allontanarsi rapidamente.

Le società dovrebbero infine stabilire a quale livello deve essere data una simile disposizione in
presenza di determinati eventi in modo tale che qualora essi avvengano in orario notturno, le
decisioni non siano ritardate dalla necessità di “recuperare” tutti i membri del comitato di crisi.

In un simile frangente sarebbe estremamente utile esistenza di un unico numero di telefono di
riferimento presidiato hx24 da personale della società o da un provider esterno a cui i Travelers
possano fare riferimento diretto per qualsiasi esigenza.

Anche in assenza di strutture particolarmente complesse esistono in commercio app che
consentono la localizzazione e il monitoraggio di gruppi di persone e che potrebbero essere
scaricate, installate sui cellulari del personale in trasferta e attivate, a cura di questi ultimi, solo in
caso di emergenza (p.es. Life360).

Milano lì 26.04.2022

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20145 Milano